COMPRESSORI VCA

"VCA" è un acronimo inglese che sta per "Voltage Controlled Amplifier". La compressione in queste macchine avviene tramite circuiti elettronici a transistor controllati in tensione. La cosa "buffa" è che, a differenza di ciò che è indicato in suddetto acronimo, quasi sempre si tratta di un attenuatore anziché di un amplificatore! In poche parole un segnale di controllo, generato dall'utilizzo delle manopole presenti sul pannello frontale, dice al circuito VCA quando iniziare ad attenuare il segnale, a che velocità farlo, quanto farlo e per quanto tempo.

 

La caratteristica principale dei compressori VCA è quella di offrire i tempi di inviluppo più veloci ed i più alti livelli di riduzione di guadagno, rispetto a qualsiasi altra tipologia di compressori. Consentono un grande controllo e una vasta gamma di tempi di risposta diversi.

 

Particolarmente versatili sono famosi per l'utilizzo sul Drum-Bus e sul Mix-Bus dove, con il loro "glue", incollano e danno un bel "pugno" ai mix.

 

Un'ottima scelta nel caso in cui il compressore sarà l'unico presente all'interno dello studio.


SSL BUS COMPRESSOR X-Logic Serie G

L'evoluzione del celebre compressore delle Console 4000 serie G di Solid State Logic è stata aggiornata con l'ultima circuiteria Superanalogue. Il Re incontrastato del "Glue" ha incollato il suono della maggior parte dei successi degli ultimi 30 anni. Il comp stereo, molto musicale, lavora divinamente sia sui sub-mix che sul bus master. 

 

I controlli (partendo da sx): Threshold: regola la soglia da - 15dbu a + 15 dbu. / Attack: regola il tempo di attacco di  0,1,  0,3,  1,3,  10  o  30 ms. / Ratio: regola il rapporto di compressione di 2:1 (trasparente e sul master), 4:1 (più colorato) o 10:1 (come limiter o per schiacciare di brutto!) / Release: regola i tempi di rilascio di  0,1,  0,3,  0,6  o  1,2  secondi o una modalità di rilascio automatico.

 

Un consiglio sull'utilizzo nel bus-mix: potreste partire da un rapporto di compressione 2:1, un attacco lento (10 - 30 ms), un rilascio veloce (meno di 50 ms a seconda del materiale) con 1 o 2 db di riduzione del guadagno (un pò di più per musica dance o hip-hop). Usato giudiziosamente fa saltare fuori cassa e rullante e tutto il mix si sposta "più in faccia".

 

Innumerevoli sono le emulazioni, sia Hardware che Software, di questa macchina. Alcune tra queste permettono l'utilissima regolazione dell' HPF, un filtro passa alto che attiva la compressione a partire da una determinata bassa frequenza in poi. Tra i plug-ins al Microstudio utiliziamo soprattutto le versioni di Ik Multimedia, Waves e Cytomic.


API 2500

L'equivalente americano del Bus Compressor SSL ma molto più Rock. È difficile classificare il compressore API 2500 per uno scopo specifico. In effetti, ha trovato ampia accettazione sia nel mixaggio che nel mastering. Nella maggior parte dei casi ciò è dovuto all'ampia flessibilità e alla profondità delle funzionalità, molte delle quali uniche. Spesso, come l'SSL, viene preferito per la compressione dei bus di batteria e sul mix finale. Può sicuramente avere un'impronta musicale, dolce e sottile, con rumori di fondo e distorsione quasi impercettibili, ma è fantastico quando il suo circuito "Thrust" brevettato viene spinto!

 

Si perchè nella sezione Compressore (sul pannello frontale partendo da sx) i controlli sembrano essere quelli standard di Threshold, Attacco, Ratio, Rilascio. Ma le vere e proprie particolarità di questa splendida macchina si presentano nelle due sezioni successive, quelle relative al suddetto circuito "Thrust" brevettato da API, chiamata "Tone", e la seconda "Link" anch'essa inedita in attesa di brevetto (o nel frattempo sarà stata brevettata anche quella?!?!). Cerco di spiegarle in parole semplici: per quanto concerne il circuito "Thrust", gli ingegneri API sono partiti dal presupposto che la musica ha generalmente un livello più elevato a bassa frequenza. Hanno quindi inserito due filtri (sul pannello Med e Loud) che inducono il circuito RMS (quello che crea la tensione di controllo del VCA) a non favorire più le basse frequenze (sul pannello Normal) in quanto le alte frequenze vengono aumentate: il risultato è un pompaggio minore e un suono nettamente più deciso e più Rock. Per quanto riguarda il tipo di "Tone", API ha inserito due possibilità: New e Old. Danno chiaramente una diversa colorazione al suono in quanto sulla prima (New sul pannello) il circuito Thrust e il rilevatore RMS seguono l'input, per un suono in faccia, più crudo e aggressivo, mentre sulla seconda (Old sul pannello) seguono l'uscita del VCA e quindi del compressore, per un tipo di compressione più "regolare".

 

Come dicevamo in precedenza, anche la sezione "Link" ha un design unico: un interruttore rotante consente agli utenti di disattivare il collegamento o linkare i canali L / R in sei steps dal 50 al 100%. Inoltre, un interruttore Shape attiva filtri alti, bassi o passa-banda per determinare quali frequenze attiveranno l'operazione collegata. Ciò può aiutare ad evitare situazioni in cui la compressione, innescata da un evento in un canale, provochi un improvviso cambiamento nel bilanciamento stereo: un vero salvavita in alcune circostanze!

 

La sezione Output prevede la possibilità di attivare il make-up automatico, gestito dalla macchina, o manuale.

 

Concludendo, l'API 2500 è una macchina "colorata", che cambierà il tuo suono anche in bypass. Non si adatterà forse a tutti i tuoi mixaggi o mastering, ma quando troverà quello con il quale sposarsi sarà una bomba! Provatelo sul drum-bus e spaccherete le finestre del vostro studio! Perchè non provate ad usarlo in mandata (come un unità riverbero) sul buss di batteria, magari spingendo le funzioni "Thrust" e il Gain? Il vostro SSL zoppica sul vostro buss-mix e preferite non usare un compressore multibanda? API 2500 in questi casi può fare miracoli!

 

Al Microstudio utilizziamo la versione Plug-in di Waves.


NEVE 33609 N

Il Neve 33609, in varie versioni, è da considerarsi un classico, utilizzato su innumerevoli dischi eccellenti fin dai primi anni '70. Versione stereo del simile Neve 2254, ha una compressione molto "liscia e relativamente trasparente" anche quando viene spinto forte. Alcuni descrivono il suono del 33609 come "burroso", "cremoso" soprattutto sulle frequenze medie. Questa unità ha una sezione compressore e una sezione limitatore indipendenti, che lo rendono perfetto anche per la masterizzazione. È dotato di controlli a gradini che consentono all'utente di richiamare le impostazioni quando si passa da un progetto all'altro, e in applicazioni critiche come il mastering. Il suo carattere sonoro non è così aggressivo come quello di molte altre unità popolari della stessa epoca. Anche quando l'unità è spinta a impostazioni estreme, la compressione è abbastanza delicata e mantiene una qualità musicale che non "soffoca" o schiaccia il materiale. Tuttavia, l'effetto di compressione è chiaramente distinguibile.

Tutto ciò è dovuto ad una rete di diodi, utilizzata per la compressione, e al set di trasformatori personalizzati responsabili del carattere grasso e unico, il tutto rigorosamente cablato a mano.

Basta ascoltare per apprezzare il percorso del segnale completamente modellato, dove compressore e limitatore possono essere inseriti o esclusi separatamente, combinando le riduzioni del guadagno e le costanti di tempo per risultati più complessi e articolati. Circuiteria in classe A e trasformatori personalizzati utilizzati nel percorso del segnale fanno davvero la differenza, influenzando la qualità audio delle tracce da elaborare anche quando non viene applicata alcuna compressione.

 

Rapporti compressione: 1.5: 1,  2: 1,  3: 1,  4: 1,  6: 1 

Attacco compressore: 3 ms (modalità Fast), 6 ms (modalità Slow)

Rilascio compressore: 100 ms, 400 ms, 800 ms, 1,5 s, Auto 1 (da 100 ms a 2 secondi) e Auto 2 (da 50 ms a 5 secondi) 

Gain: da 0 a +20 db con incrementi di 2 db

 

Attacco Limiter: 4 ms (Slow), 2 ms (Fast)

 

Rilascio Limiter: 50 ms, 100 ms, 200 ms, 800 ms, Auto 1 e Auto 2

 

Consiglio di provarlo con curiosità su qualsiasi materiale, ma soprattutto sul Mix-Bus, Pianoforti, Archi e strumenti a corda, soprattutto in musica Pop o Acustica. Alcune versioni software, come ad esempio quella di IK Multimedia (chiamata "Precision Comp/Lim"), hanno inserito un'utile regolazione di ingresso, in modo da poter alimentare il comp con un segnale maggiore per compressioni più spinte.


DBX 160 A

Da molti considerato uno dei migliori compressori VCA mai costruiti, il DBX 160A, introdotto per la prima volta nel 1971, è una macchina incentrata sul "colpo". Una distinta non linearità lo rende un pezzo di carattere, unico nel suo genere. 

Essendo una unità Hard-Knee è sicuramente meno versatile di altri comp VCA, ma fantastico per il controllo e la spinta di Casse, Rullanti, Claps, Bassi reali ed elettronici, drum machines tipo Roland TR-808.

 

L'utilizzo è semplicissimo: tre controlli tra i quali uno per la soglia, uno per il rapporto di compressione ed uno come guadagno di uscita. Da tutto ciò ne scaturisce un suono ruvido, caldo, presente, granuloso e "punchy" amato da bassisti di tutto il mondo. 

 

La versione più recente prevede alcuni controlli in più sul pannello frontale. Il tasto "Slave" utilizzabile per selezionare quale macchina sarà la principale tra due unite in link, per lavorare in modalità stereo. Il tasto "Overeasy" per ammorbidire la durezza del Knee e rendere la macchina più versatile anche su altri materiali: ma chiamarlo Soft-Knee era troppo semplice vero?

 

Un consiglio è quello di utilizzare tale macchina soprattutto su Ratio di 2:1, 4:1 e 10:1... sono fantastiche! Nella costruzione di un suono di batteria che spacca, unite ad un adeguato Threshold fanno la differenza! Il 4:1 è forse il rapporto più "bello" e utilizzato  su questo comp per migliaia di hit di successo dagli anni '70 ad oggi: schiaccia, modella l'inviluppo, deforma timbricamente.

Un altro piccolo consiglio è quello di utilizzare una Ratio da 1:1 a 2:1 se volete processare del materiale che non sia drum, basso, claps o drum machine... ma forse in questo caso meglio cambiare scelta del compressore.

 

Molto interessante la versione software di Waves, già predisposta anche per l'utilizzo stereo.


EMPIRICAL LABS DISTRESSOR EL8 - EL8X

Nonostante venga gestito digitalmente, il Distressor è a tutti gli effetti un compressore analogico VCA, a stato solido e con amplificatori operazionali (Op-Amp). Sicuramente la cosa migliore accaduta alla compressione negli ultimi vent'anni. Una vasta gamma di toni e una straordinaria qualità sonora ne hanno fatto un must istantaneo in studio. La filosofia del costruttore è semplice: "Vogliamo creare prodotti che funzionino un po' più facilmente, un po' meglio e molto più a lungo - e assicurarsi che siano divertenti da usare". Missione compiuta. Con quattro manopole, quattro pulsanti e due interruttori, questa unità mono può generare una gamma impressionante di toni. Ricorda le unità vintage (ci vengono in mente 1176LN e LA-2A !), ma con una chiarezza e controllo unici, un suono massiccio e caldo. Ideale per basso, cassa, rullante, microfoni, per dare energia a voce e synth, per quasi tutto ciò che gli si manda in pasto insomma. Il nuovo modello X (British) aggiunge due modifiche all'originale (Image Link e British Mode): la prima elimina lo spostamento dell'immagine che può verificarsi quando una coppia di compressori non reagisce su entrambi i lati di una sorgente stereo. Bello. La seconda imita il trucco, il "British Mode" appunto, del premere contemporaneamente i quattro tasti Ratio dell' 1176, iniettando una ricercata aggressività  in qualunque cosa tu passi attraverso il comp (provare su chitarre elettriche!!). Con così tante opzioni incorporate è difficile decidere da dove iniziare: una gamma di rapporti Ratio da 1: 1 (fondamentalmente potenziamento armonico), a 10: 1 Opto (un circuito separato per l'optoemulazione vintage), a NUKE (Brickwall Limiter). È possibile selezionare la distorsione armonica di ordine pari o dispari (la prima emula la distorsione della valvola, la seconda quella del nastro) e aggiungere una combinazione di EQ sidechain per variare le caratteristiche di compressione. Un trucchetto è quello di selezionare la modalità di collegamento (Link) con un'altra unità inesistente in modo da passare alla modalità britannica, con rapporti più elevati. 

Potrebbe essere il compressore da portare sulla famigerata isola deserta... in mancanza di elettricità potrebbe servire come vassoio per le noci di cocco!

 

Per quanto riguarda eventuali versioni Software, dobbiamo dire che il Distressor è l'unità meno clonata da quel punto di vista. E' appena uscita una versione ufficiale, autorizzata da Empirical Labs, rilasciata da UAD.